venerdì 29 luglio 2011

LA FIDUCIA E' UNA COSA SERIA

Come si perde la fiducia? Si perde pian piano, lentamente, con piccole, quasi invisibili, delusioni.
Ho visto un bambino piangere perché, cadendo, si era sbucciato un ginocchio, i genitori, premurosi, cercarono subito di medicarlo, ma il bambino, che aveva ancora il ginocchio dolorante, non voleva che glielo toccassero. Così, mentre la madre cercava di distrarlo, il padre, inaspettatamente, posò sulla sbucciatura una garza con un disinfettante. Il bambino cominciò a piangere più forte, era stato tradito. Più che per il dolore, da quel momento, pianse ancor di più per la delusione di essere stato ingannato dai propri genitori.
Azioni come questa, pian piano, lentamente, causano sfiducia. E pian piano, lentamente si arriva al punto di non fidarsi più di nessuno, neanche di sé stessi. La fiducia è un valore importante nella vita, che va coltivato fin da piccoli. Chi ha fiducia riesce ad avere buone relazioni con gli altri, più tranquillità, più sicurezza, maggiori possibilità di riuscire in ogni campo. Perderla significa non riuscire a realizzare sé stessi.
Questo breve esempio è significativo poiché:
-          in assoluta buona fede, i genitori hanno fatto un gesto che ha procurato una lesione maggiore della piccola sbucciatura, e che poteva essere evitato. Aspettando che il bambino si tranquillizzasse avrebbero potuto convincerlo a lasciarsi toccare e medicare il ginocchio. Il bambino avrebbe percepito che la propria opinione valeva qualcosa, che era stato ascoltato e avrebbe capito che la medicazione è una buona cosa. La prossima volta sarebbe stato lui stesso a chiederla.
-          dà chiaramente l’idea di come sia facile commettere errori, che sommati ad altri, quali promesse non mantenute, derisioni apparentemente innocenti, critiche negative sui gusti personali o sulle persone, bugiemancanza di rispetto per le opinioni degli altri, sotterfugi, rischiano di procurare danni irreversibili.
Un atteggiamento basato sulla prudenza e l’umiltà non può che portare risultati migliori nel difficile compito di genitore o di educatore. 
Concediamoci, prima di agire, una breve, anche brevissima se il tempo non lo consente, riflessione su quanto ci accingiamo a fare e consideriamo che la nostra azione potrebbe anche essere sbagliata. Ascoltiamo cosa  ha da dire in proposito chi deve riceverla e accordiamo quanto può essere accettabile

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