Nessuna
delle teorie eziologiche (cioè, relative alle cause) è fino ad oggi
riuscita a raggiungere un grado di affidabilità scientifica tale da potere
escludere tutte le altre, e quindi tale da potere mettere d'accordo almeno la
maggior parte degli studiosi. Resta il fatto che uno studio condotto sui
gemelli identici dal Dott. Neil
Whitehead, ricercatore scientifico per il governo della Nuova Zelanda, per le
Nazioni Unite e la International Atomic Energy Agency, fa il punto della situazione: i
gemelli identici hanno lo stesso codice genetico, sono allevati in condizioni
prenatali identiche, perciò se l’omosessualità fosse causata da fattori
genetici o condizioni prenatali e uno dei due fosse gay, anche l’altro gemello
dovrebbe esserlo. Ma gli studi scientifici rivelano che le cose vanno
diversamente.
Visto che i gemelli identici sono sempre
geneticamente identici, l’omosessualità non può essere dovuta a fattori genetici. “Nessuno nasce gay”,
conclude Whitehead. Ciò che produce l’omosessualità, perciò, deve essere dovuto
a fattori post nascita, come ad esempio le differenti reazioni personali a
eventi o circostanze che hanno un diverso impatto sui due gemelli.
Il primo studio approfondito su gemelli identici è stato effettuato in Australia nel 1991, seguito da un altro negli Stati Uniti nel 1997. Nel 2002 Bearman e Brueckner hanno pubblicato uno studio effettuato su 5.552 coppie di gemelli degli Stati Uniti. L’attrazione per persone dello stesso sesso (Same-sex attraction) tra gemelli identici era comune solo al 7,7% per i maschi e al 5,3% per le femmine. Nella stessa ricerca si parla dei cambiamenti di orientamento sessuale. E i due autori osservano che la maggior parte di questi cambiamenti, non terapeutici ma accaduti “naturally” durante la vita, sono rivolti verso un’esclusiva eterosessualità (il 3% della popolazione eterosessuale sostiene di essere stata in passato anche bisessuale o omosessuale). Il numero delle persone che hanno cambiato il loro orientamento sessuale verso un’esclusiva eterosessualità è più alto dell’attuale numero di bisessuali e omosessuali messi insieme. In altre parole “Gli ex gay superano per numero gli attuali gay”.
Il primo studio approfondito su gemelli identici è stato effettuato in Australia nel 1991, seguito da un altro negli Stati Uniti nel 1997. Nel 2002 Bearman e Brueckner hanno pubblicato uno studio effettuato su 5.552 coppie di gemelli degli Stati Uniti. L’attrazione per persone dello stesso sesso (Same-sex attraction) tra gemelli identici era comune solo al 7,7% per i maschi e al 5,3% per le femmine. Nella stessa ricerca si parla dei cambiamenti di orientamento sessuale. E i due autori osservano che la maggior parte di questi cambiamenti, non terapeutici ma accaduti “naturally” durante la vita, sono rivolti verso un’esclusiva eterosessualità (il 3% della popolazione eterosessuale sostiene di essere stata in passato anche bisessuale o omosessuale). Il numero delle persone che hanno cambiato il loro orientamento sessuale verso un’esclusiva eterosessualità è più alto dell’attuale numero di bisessuali e omosessuali messi insieme. In altre parole “Gli ex gay superano per numero gli attuali gay”.
Alcuni sostengono che non
esistono persone omosessuali, ma solo atti omosessuali. In pratica è un comportamento
appreso ed acquisito, frutto della volontà del singolo individuo. Alessandro
Cecchi Paone, tanto per fare un esempio noto, non è nato omosessuale lo è
diventato (?) da adulto, addirittura dopo essere stato sposato per sette anni con una donna. Per meglio dire, ha fatto questa scelta da adulto,
forse è stata semplicemente la conseguenza di un’esperienza sessuale diversa. Questo esempio ci porta a pensare che sono scelte causate dal vizio o da influssi
esterni che inducono le persone a rinunciare alla bisessualità, che è la
manifestazione naturale della sessualità nell’essere umano perché ha
una struttura e un fine che è quello della procreazione. Una omosessualità che
non può raggiungere questo fine sbaglia. E’ contraria alla natura dell’uomo. È un errore che bisogna cercare di
correggere come si può. Molti casi di omosessualità si possono ricuperare e
normalizzare con un trattamento adeguato. Non è offesa, è stima. Quando una
persona ha un difetto, il vero amico è colui che glielo dice. Ne va anche della felicità
della persona omosessuale che non si sentirà mai completa. Due uomini non possono mai essere complementari per una
naturale inadeguatezza anatomica, ma anche per un’inadeguatezza psicologica:
l’omosessualità è l’incontro fra due individui con lo stesso tipo di deficit.
La mascolinità rimane l’ideale degli omosessuali che cercano
nel partner la parte d’identità maschile mancante. Questo conduce inevitabilmente alla delusione e alla continua ricerca di un nuovo partner.
A dimostrazione che è possibile tornare indietro dall'omosessualità riporto alcuni link che raccontano alcune storie vere.
Alla fine, si tratta soltanto
di guarire dalle ferite che abbiamo raccolto durante la nostra vita.
Joseph Nicolosi spiega che l’omosessualità è un problema dello
sviluppo, quasi sempre il risultato di rapporti familiari problematici.
In particolare riguardo
all’omosessualità maschile dice che nella
storia dell’uomo il passaggio del maschio dall’infanzia all’età adulta era caratterizzato
dalla sfida di un rito d’iniziazione. Ogni rito era incentrato su tre concetti
chiave: identificarsi troppo a lungo con la madre rappresentava una minaccia
per la mascolinità del ragazzo, la mascolinità è una conquista, non un dato di
fatto, la mascolinità è il risultato di una vera lotta e di un
riconoscimento-accettazione da parte dei maschi adulti. L’omosessualità,
ricorda Nicolosi, è il sintomo di un fallimento del proprio processo
d’iniziazione.
Un punto fondamentale del processo di crescita è la riappacificazione
con il padre. Il paziente deve capire che il danno più grave non è stato
arrecato tanto dal padre, ma da lui stesso con il suo atteggiamento di
"distacco difensivo". Perdonare veramente il padre significa
accettarlo per quello che è, compresa la sua incapacità di dare amore.
Perdonare veramente è come un’esperienza di morte: significa far morire la
fantasia di ricevere amore dal proprio padre, significa, paradossalmente, fare
da padre al proprio padre, dargli quanto avremmo voluto ricevere. La
compassione è l’ultimo stadio del perdono e nasce spesso quando si capisce che
dietro a un padre inadeguato vi è l’ombra di un nonno inadeguato — cioè di un
padre-ombra — che si ripete per generazioni.
L’omosessualità non è il
desiderio di unione con l’altro, ma piuttosto il desiderio di appropriarsi di
quelle qualità dell’altro di cui ci si sente carenti, così come avviene del resto
nella coppia eterosessuale in cui ci si completa a vicenda. Anche i
ricercatori gay David P. McWhirter e Andrew M. Mattison riconoscono
nel desiderio omosessuale l’esigenza di rimediare a deficit del processo
di formazione dell’identità.
Infine permettetemi un paio
di link soltanto per riportare delle storie vere e sconsigliare le adozioni da
parte di coppie gay.
e
per sapere cosa dice chi è stato allevato da una coppia gay
FONTI: