I sogni, secondo la psicologia,
riflettono il nostro vissuto, le nostre esperienze, i nostri desideri. Spesso sono
messaggi che riceviamo da Dio, avvertimenti che Lui ci vuole dare, profezie.
La profezia è un fenomeno comune
a molte religioni e suppone sempre un contatto con la divinità. Nella Bibbia
l’iniziativa è sempre di Dio che investe e, sempre all’interno della storia,
rivela ciò che vuole comunicare, così che la storia dell’uomo possa essere
cambiata.
Nella Bibbia stessa troviamo
molti esempi.
In Genesi 41,25-36 Giuseppe così
interpretò i sogni del faraone: “Il sogno
del faraone è uno solo: Dio ha indicato al faraone quello che sta per
fare. Le sette vacche belle rappresentano sette anni e le sette spighe
belle rappresentano sette anni: si tratta di un unico sogno. Le sette
vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, rappresentano sette anni e le
sette spighe vuote, arse dal vento d'oriente, rappresentano sette anni:
verranno sette anni di carestia. È appunto quel che ho detto al faraone:
Dio ha manifestato al faraone quanto sta per fare. Ecco, stanno per venire
sette anni in cui ci sarà grande abbondanza in tutta la terra d'Egitto. A
questi succederanno sette anni di carestia; si dimenticherà tutta
quell'abbondanza nella terra d'Egitto e la carestia consumerà la
terra. Non vi sarà più alcuna traccia dell'abbondanza che vi era stata
nella terra, a causa della carestia successiva, perché sarà molto dura. Quanto
al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la cosa
è decisa da Dio e che Dio si affretta a eseguirla.
Il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo metta a
capo della terra d'Egitto. Il faraone inoltre proceda a istituire
commissari sul territorio, per prelevare un quinto sui prodotti della terra
d'Egitto durante i sette anni di abbondanza. Essi raccoglieranno tutti i viveri
di queste annate buone che stanno per venire, ammasseranno il grano sotto
l'autorità del faraone e lo terranno in deposito nelle città. Questi
viveri serviranno di riserva al paese per i sette anni di carestia che verranno
nella terra d'Egitto; così il paese non sarà distrutto dalla carestia”.
Egli stesso, poi, fu messo ad
amministrare il progetto che aveva fatto conoscere al faraone, così che si
potessero avverare i sogni che aveva fatto prima di essere venduto dai fratelli
e che vengono raccontati in Genesi 37,1-11.
Un altro esempio di profezia lo
troviamo in Isaia 38,1-8 dove si racconta che il re Ezechia “Si ammalò mortalmente. Il profeta Isaia,
figlio di Amoz, si recò da lui e gli disse: «Così dice il Signore: «Da'
disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e non vivrai». Ezechia allora
voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore dicendo: «Signore, ricòrdati
che ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò
che è buono ai tuoi occhi». Ed Ezechia fece un gran pianto.
Allora la parola del Signore fu rivolta a Isaia dicendo: «Va' e
riferisci a Ezechia: «Così dice il Signore, Dio di Davide, tuo padre: Ho udito
la tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni
quindici anni. Libererò te e questa città dalla mano del re d'Assiria;
proteggerò questa città. Da parte del Signore questo ti sia come segno che
il Signore manterrà questa promessa che ti ha fatto. Ecco, io faccio
tornare indietro di dieci gradi l'ombra sulla meridiana, che è già scesa con il
sole sull'orologio di Acaz». E il sole retrocesse di dieci gradi sulla scala
che aveva disceso”. Ezechia, quindi, per mezzo della preghiera, ottenne di
allungare la propria vita.
E’ per questo motivo che Dio a
volte ci fa conoscere i suoi progetti, perché noi possiamo intervenire, magari,
se necessario, cambiando la direzione della nostra vita.
Come? Abbiamo appena visto due
esempi che possiamo senza dubbio seguire: Ezechia ha pregato, Giuseppe si è
dato da fare.
L’una cosa non esclude l’altra,
la preghiera qui è esaudita senza un apparente azione da parte di Ezechia ma,
se guardiamo meglio, vediamo che “Ezechia
allora voltò la faccia verso la parete e pregò…. Ed Ezechia fece un gran
pianto”. Quindi la preghiera è unita all’azione.
Anche durante l’azione bisogna
sempre pregare per evitare che Dio si allontani da noi. Infatti in Genesi 39,2
si legge che “Il Signore fu con Giuseppe,
così che questi divenne un uomo a cui tutto riusciva” ed è mettendoci in
preghiera che il Signore si avvicina a noi perché “Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con
sincerità.” (Sal 145,18).
Giuseppe ed Ezechia, quindi,
pregavano e seguivano le leggi del Signore. “Ho
camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò che è
buono ai tuoi occhi” dice Ezechia in Isaia 38,3; e Giuseppe in Genesi 42,18
dice ai suoi fratelli “Anch’io temo il
Signore”.
Erano, pertanto, uomini giusti, e
Dio ascolta i giusti, così come possiamo leggere nel Salmo 36:
Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.
La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.
Oggi ci chiediamo se
ancora Dio ascolta le preghiere dei giusti ed è disposto ad interviene per
cambiare la storia. Ma la vera domanda che ci dobbiamo porre è questa: oggi, ci
sono ancora uomini giusti sulla terra disposti a invocare Dio con sincerità?