lunedì 29 settembre 2014

LA MIGLIORE CONVERSAZIONE

Ho imparato che la miglior specie d'amico 
è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico 
e camminarci insieme senza dire una parola, 
e quando vai via senti 
che è stata la miglior conversazione mai avuta.

Paulo Coelho

venerdì 26 settembre 2014

OGGI, CI SONO ANCORA UOMINI GIUSTI SULLA TERRA DISPOSTI A INVOCARE DIO CON SINCERITÀ?

I sogni, secondo la psicologia, riflettono il nostro vissuto, le nostre esperienze, i nostri desideri. Spesso sono messaggi che riceviamo da Dio, avvertimenti che Lui ci vuole dare, profezie.

La profezia è un fenomeno comune a molte religioni e suppone sempre un contatto con la divinità. Nella Bibbia l’iniziativa è sempre di Dio che investe e, sempre all’interno della storia, rivela ciò che vuole comunicare, così che la storia dell’uomo possa essere cambiata.

Nella Bibbia stessa troviamo molti esempi.

In Genesi 41,25-36 Giuseppe così interpretò i sogni del faraone: “Il sogno del faraone è uno solo: Dio ha indicato al faraone quello che sta per fare. Le sette vacche belle rappresentano sette anni e le sette spighe belle rappresentano sette anni: si tratta di un unico sogno. Le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, rappresentano sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d'oriente, rappresentano sette anni: verranno sette anni di carestia. È appunto quel che ho detto al faraone: Dio ha manifestato al faraone quanto sta per fare. Ecco, stanno per venire sette anni in cui ci sarà grande abbondanza in tutta la terra d'Egitto. A questi succederanno sette anni di carestia; si dimenticherà tutta quell'abbondanza nella terra d'Egitto e la carestia consumerà la terra. Non vi sarà più alcuna traccia dell'abbondanza che vi era stata nella terra, a causa della carestia successiva, perché sarà molto dura. Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta a eseguirla.
Il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo metta a capo della terra d'Egitto. Il faraone inoltre proceda a istituire commissari sul territorio, per prelevare un quinto sui prodotti della terra d'Egitto durante i sette anni di abbondanza. Essi raccoglieranno tutti i viveri di queste annate buone che stanno per venire, ammasseranno il grano sotto l'autorità del faraone e lo terranno in deposito nelle città. Questi viveri serviranno di riserva al paese per i sette anni di carestia che verranno nella terra d'Egitto; così il paese non sarà distrutto dalla carestia”.
Egli stesso, poi, fu messo ad amministrare il progetto che aveva fatto conoscere al faraone, così che si potessero avverare i sogni che aveva fatto prima di essere venduto dai fratelli e che vengono raccontati in Genesi 37,1-11.

Un altro esempio di profezia lo troviamo in Isaia 38,1-8 dove si racconta che il re Ezechia “Si ammalò mortalmente. Il profeta Isaia, figlio di Amoz, si recò da lui e gli disse: «Così dice il Signore: «Da' disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e non vivrai». Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore dicendo: «Signore, ricòrdati che ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò che è buono ai tuoi occhi». Ed Ezechia fece un gran pianto.
Allora la parola del Signore fu rivolta a Isaia dicendo: «Va' e riferisci a Ezechia: «Così dice il Signore, Dio di Davide, tuo padre: Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni quindici anni. Libererò te e questa città dalla mano del re d'Assiria; proteggerò questa città. Da parte del Signore questo ti sia come segno che il Signore manterrà questa promessa che ti ha fatto. Ecco, io faccio tornare indietro di dieci gradi l'ombra sulla meridiana, che è già scesa con il sole sull'orologio di Acaz». E il sole retrocesse di dieci gradi sulla scala che aveva disceso”. Ezechia, quindi, per mezzo della preghiera, ottenne di allungare la propria vita.

E’ per questo motivo che Dio a volte ci fa conoscere i suoi progetti, perché noi possiamo intervenire, magari, se necessario, cambiando la direzione della nostra vita.
Come? Abbiamo appena visto due esempi che possiamo senza dubbio seguire: Ezechia ha pregato, Giuseppe si è dato da fare.
L’una cosa non esclude l’altra, la preghiera qui è esaudita senza un apparente azione da parte di Ezechia ma, se guardiamo meglio, vediamo che “Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò…. Ed Ezechia fece un gran pianto”. Quindi la preghiera è unita all’azione.

Anche durante l’azione bisogna sempre pregare per evitare che Dio si allontani da noi. Infatti in Genesi 39,2 si legge che “Il Signore fu con Giuseppe, così che questi divenne un uomo a cui tutto riusciva” ed è mettendoci in preghiera che il Signore si avvicina a noi perché “Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità.” (Sal 145,18).

Giuseppe ed Ezechia, quindi, pregavano e seguivano le leggi del Signore. “Ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò che è buono ai tuoi occhi” dice Ezechia in Isaia 38,3; e Giuseppe in Genesi 42,18 dice ai suoi fratelli “Anch’io temo il Signore”.
Erano, pertanto, uomini giusti, e Dio ascolta i giusti, così come possiamo leggere nel Salmo 36:

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.


Oggi ci chiediamo se ancora Dio ascolta le preghiere dei giusti ed è disposto ad interviene per cambiare la storia. Ma la vera domanda che ci dobbiamo porre è questa: oggi, ci sono ancora uomini giusti sulla terra disposti a invocare Dio con sincerità?

giovedì 25 settembre 2014

UN METODO EDUCATIVO AFRICANO

C'è una tribù africana che ha un costume molto bello.
Quando qualcuno fa qualcosa di sbagliato e nocivo, prendono la persona al centro del villaggio, arriva tutta la tribù e lo circonda. Per due giorni, dicono all'uomo, tutte le cose buone che ha fatto.
La tribù crede che ogni essere umano viene al mondo come un bene. Ognuno è desideroso di amore, pace, sicurezza, felicità. Ma a volte, nel perseguimento di queste cose, commettiamo degli errori.
La comunità vede quegli errori come un grido di aiuto. Essi si uniscono per sollevarlo e per ricollegarlo con la sua vera natura, per ricordargli fino a quando non si ricorda pienamente la verità dalla quale era stato temporaneamente disconnesso,

martedì 23 settembre 2014

LE PERIFERIE IRRAGGIUNGIBILI DEL “NON ADESSO, PER FAVORE”

Le periferie non sono solo luoghi fisici, geografici. Sono anche la distanza che noi prendiamo da noi stessi, da una parte di noi che ci crea fastidio, paura, noia.
I luoghi e le persone che si incontrano sono quelle a cui non vogliamo pensare, appartengono alla grande famiglia del “Non adesso, per favore”. 
I problemi e le necessità di cui son portatori non trovano attualità nelle nostre vite.
Il nostro qui e ora, sempre più simile a un lì e dopo, rischia di non coincidere mai con quello di chi sta sulla nostra soglia in attesa di un cenno per poter entrare.


Andrea Serra

MEDITATE GENTE...



Molti di noi si sentono migliori dei propri figli
soltanto per il fatto di essere adulti. 

domenica 21 settembre 2014

IL MATRIMONIO


La relazione tra uomo e donna dipende dalla maturazione psicologica sessuale, lì si gioca tutta la capacità di volere veramente bene agli altri. 
Perché questa abbia una buona riuscita bisogna imparare ad intendersi, aiutarsi e guarirsi a vicenda, portare avanti un progetto di vita insieme.

SII

Sii forte che nessuno ti sconfigga, 
nobile che nessuno ti umili 
e te stesso che nessuno ti dimentichi!!!


P. Coelho

giovedì 18 settembre 2014

COME SI FA A NON PORTARE RANCORE?

Quando una persona ti ferisce non irritarti,
Pensa solo che dietro quel comportamento 
c'è una incapacità di amare dovuta alla 
presenza di una ferita di una mancanza di amore.
Così perdonerai e pregherai 
per quella persona senza portare rancore.

Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 17 settembre 2014

LA SPERANZA

La speranza si articola praticamente 
nella virtù della pazienza, 
che non vien meno nel bene 
neanche di fronte all'apparente insuccesso, 
ed in quella dell'umiltà, 
che accetta il mistero di Dio 
e si fida di Lui anche nell'oscurità. 

Papa Benedetto XVI 

martedì 16 settembre 2014

LENTAMENTE MUORE...

...chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

METTIAMO IMPEGNO NEL FARE IL BENE

Facciamo per il bene delle anime almeno 
quanto il demonio fa per farle perdere. 
Mettiamo nel fare il bene, 
l’impegno che Satana mette nel fare il male. 
Dobbiamo seminare tanto grano, 
almeno quanta è la zizzania che semina il demonio.

San Vincenzo Pallotti

domenica 14 settembre 2014

UMILTA' E GRANDEZZA

Vuoi essere un grande? 
Comincia con l'essere piccolo.
Vuoi erigere un edificio che arrivi fino al cielo? 

Costruisci prima le fondamenta dell'umiltà. 

Sant'Agostino

sabato 13 settembre 2014

METTI AMORE IN OGNI COSA

Non importa quante cose fai 
ma quanto amore metti in ogni cosa che fai.

Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 10 settembre 2014

GLI ILLUMINATI




Non si diventa illuminati 
immaginando scenari luminosi 
ma portando alla luce 
le proprie oscurità interiori.

Carl Gustav Jung