E proprio oggi il Vangelo (Marco 10,2-16) propone un brano che riporta
quanto disse Gesù ai farisei i quali gli domandarono se fosse lecito ripudiare
la propria moglie, così come aveva permesso loro Mosè.
“Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma
dall'inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l'uomo
lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una
carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida
quello che Dio ha congiunto”.
E poi c’è quel “li fece maschio e femmina” come a volere sottolineare,
semmai ce ne fosse bisogno, che per la riproduzione servono un maschio e una
femmina, così come in tutto il creato. Un maschio e una femmina, si uniscono e
procreano, altrimenti finisce la razza, si estingue. Perché il sesso non è
soltanto un piacere che dobbiamo necessariamente elevare all’ennesima potenza,
ma è uno strumento per procreare.
Subito dopo, nello stesso brano viene riportato il famoso episodio in
cui i discepoli rimproveravano chi presentava i bambini a Gesù perché li
toccasse. Gesù s’indigna con loro rispondendo “Chi non accoglie il regno di Dio
come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”.
Forse non è un caso che l’episodio
sia raccontato subito dopo. Perché i bambini, alla fine, sono quelli che
soffrono di più per le liti, le divisioni, i vizi, i divorzi degli adulti.
I bambini non hanno nessuna memoria di tutto questo perché nel regno
da cui sono appena scesi, non esistono queste cose. Nel regno di Dio vige la
legge dell’amore, dell’unione. Ecco perché i bambini amano l’unione con tutti,
ma proprio tutti: genitori, nonni, zii, amici.
Se dipendesse da loro, le guerre non scoppierebbero mai, figuriamoci i
divorzi tra mamma e papà.
Quando mamma e papà litigano, sono i bambini a piangere
e le ferite dell’infanzia sono difficili da rimarginare.