mercoledì 26 agosto 2015

LA GIOIA

 

I Bambini sanno come essere felici...
se lasciati liberi dalle nostre aspettative,
sanno essere felici a modo loro.
Anche quando non si vede.
Anche quando non dicono spiritosate che imitano quelle dei grandi.
Sanno essere felici anche i Bambini che non sono competitivi
che non amano il calcio
che si stufano a parlare al telefono
che non hanno voglia di uscire e preferiscono stare a casa con il pigiama a inventarsi storie fantastiche.
Che non alzano le mani per riprendersi un gioco.
Che non se la sentono di dormire fuori casa neppure per un fantastico pigiama-party.
Che parlano poco.
Che non fanno subito amicizia.
Che non hanno voglia di fare la gara anche se la potrebbero vincere.
Che da maschi amano le bambole e da femmine la lotta.
Che si distraggono facilmente perché sognano, sognano ad occhi aperti.
E poi...
i Bambini sanno anche essere infelici, almeno un po' e più volte nel corso della loro crescita.
Tutti i Bambini anche i più solidi e sereni...
sono un po' infelici quando vengono al mondo
perché è una gran fatica venir fuori da quella casetta riparata e calda.
Quando il latte è troppo poco e bisogna aspettare che la mamma accetti l'onta di armarsi di biberon.
Quando picchiano una musata perché i passi sono solo i primi.
Quando devono congedare la loro preziosa cacca e lasciarla andare nel “mare”.
Quando sperimentano la loro dipendenza e le continue smentite del loro sentimento di onnipotenza.
Quando si rompe un gioco e la sua magia.
Quando tocca staccarsi da mamma e papà perché è tempo di andare al nido o alla scuola dell'infanzia.
Quando nasce un fratellino.
Quando mamma e papà litigano o si lasciano.
Quando sbagliano il calcio di rigore proprio oggi che c'è papà.
Quanti esempi ancora si potrebbero fare... sino ad arrivare al trambusto della pubertà.
Tanti esempi quante sono le severe richieste della vita e le sue spericolate promesse.
Lasciamo dunque ai Bambini la libertà di essere felici a modo loro, ma anche la libertà di essere un po' infelici, qua e là.
Affinché da grandi possano essere
capaci di non vergognarsi della tristezza, della paura, delle ombre...
capaci di non essere schiavi di quell'ingiunzione alla felicità che ci sta rendendo tutti molto infelici...
capaci, avendo imparato che con le ombre si può convivere senza vergogna, di non chiedere, da grandi, conforto ai loro bambini. Come facciamo spesso noi con loro, quando appoggiamo la nostra ansia di felicità alla loro e cerchiamo ostinatamente il loro inossidabile sorriso per poter dire a noi stessi e al mondo: “sono bravo, io”.
Il mestiere dei Bambini non è “fare la nostra stampella”
Il mestiere dei Bambini è “fare i Bambini”.
Piuttosto, nel fare i Bambini, possono essere la nostra bussola, un criterio di orientamento di cui avremmo molto bisogno.
Ma i bambini hanno bisogno che noi siamo “grandi”!



Dal testo di Irene Bernardini: Bambini e basta