domenica 23 ottobre 2011

COME IN UN TIRO ALLA FUNE


Come in un tiro alla fune, spesso, ognuno cerca, con la forza, di tirare gli altri dalla propria parte. Il gioco diventa stancante e il vincitore è quasi sempre chi ha più forza, anche se non proprio ragione, e spesso procurando un danno alla giustizia e alla verità. Pensare che, anche percorrendo strade diverse si può arrivare ad incontrarsi in uno stesso luogo, aiuterebbe a concentrare le proprie energie sull’ascolto anziché sul conflitto, a realizzare più aspirazioni, a vivere nella pace.

sabato 22 ottobre 2011

IL RICORDO DELLA SOFFERENZA






Quando la si guarda in faccia,
il ricordo della sofferenza ti segue ogni giorno,
per tutta la vita.

lunedì 17 ottobre 2011

TI AUGURO DI VIVERE

Ti auguro di vivere
senza lasciarti comprare dal denaro.
Ti auguro di vivere
senza marca, senza etichetta,
senza distinzione,
senza altro nome
che quello di uomo.
Ti auguro di vivere
senza rendere nessuno tua vittima.
Ti auguro di vivere
senza sospettare o condannare
nemmeno a fior di labbra.
Ti auguro di vivere in un mondo
dove ognuno abbia il diritto
di diventare tuo fratello
e farsi tuo prossimo.

J. Debruynne

NON ALZARTI UN GIORNO

Non alzarti un giorno senza sapere che fare.
Non alzarti un giorno fingendo di essere quel che non sei.
Non alzarti un giorno con la paure delle cose che devi fare, e dei sogni che vorresti seguire.
Non alzarti un giorno senza ascoltare dentro anche quello che ti dà cruccio.
Non alzarti un giorno senza pensare che c'è qualcosa che tu puoi fare per qualcun altro.
Non alzarti un giorno giudicando gli altri intorno a te, invece di capirli.
Forse la felicità altrui è differente dalla tua.
Non alzarti un giorno senza ringraziare per viverne un altro ancora.

Sergio Bambarén
(da Fratello Mare)

L'AMORE ILLUMINA L'ANIMA

Ah! Come poco indovinano gli uomini le condizioni dell’anima altrui, se non la illuminano, ed è raro, coi getti di un amore profondo.

Giuseppe Mazzini

IL PROBLEMA DEGLI ALTRI

Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio.
Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia.

Don Milani

venerdì 14 ottobre 2011

AMORE O EGOISMO?

Una madre condannata per troppo amore”. Ma l’amore può essere “troppo”? Se, quello che chiamiamo amore, causa mali allora non è amore. Quello che chiamiamo amore è soltanto egoismo. Tante madri, purtroppo, soprattutto le madri italiane, pretendono di vivere al posto dei loro figli, cercano di tenerli avvinghiati a sé per tutta la vita e di escludere il mondo dalla loro esistenza.

TROVA IL CORAGGIO DI SPICCARE IL VOLO

Alcuni cercano di compensare con l’arroganza il loro bassissimo livello di intelligenza. E così arrampicandosi sulla loro insolenza e sulla loro presunzione tentano di  arrivare lì dove sono certi di poter frenare la tua mente. Forse sperano, così, che nessuno si accorga delle loro incapacità. Forse credono davvero di essere superiori e non si accorgono dei propri limiti. Forse vorrebbero arrivare da qualche parte sfruttando le tue abilità. Forse vogliono continuare a sentirsi superiori facendo sentire inferiore te. Ma tu, se non vuoi restare fermo, dove essi vogliono tenerti, e vuoi spiccare il tuo volo, liberati presto dei loro soprusi, ribellati alle loro sopraffazioni, trova il coraggio di dire no agli ostacoli che ti presenteranno.

mercoledì 12 ottobre 2011

COME IN UNO SPECCHIO

Guardando gli altri è facile vedere i difetti, gli errori, le mancanze. E’ più facile vederli negli altri che in noi. Ecco perché, se riusciamo a considerare gli altri come uno specchio, così come davanti ad uno specchio sistemiamo i nostri capelli o il nostro trucco, possiamo, specchiandoci negli altri, correggere le nostre vite. Infatti non ci sono errori, difetti o mancanze da cui siamo immuni. Tanto che gli altri vedono, a loro volta, i nostri errori, le nostre mancanze, i nostri difetti.  

domenica 9 ottobre 2011

LA SERIETà



Così come un uomo, essendo bipede, non compie lo sforzo necessario a un quadrupede per stare su due zampe, così pure l’essere umano, quando è serio, non fa sforzo per esserlo. Questa serietà non è artificiosa, non è corrucciata, non è agitata; essa è, con naturalità, quel che deve essere. La serietà conduce al disprezzo di ciò che è frammentario, ridotto a pezzi, volgare, arbitrario, capriccioso; un disprezzo, tuttavia, portato fino all’esclusione del contrario. […] La serietà non deve condurre alla fantasia sentimentale: bisogna vedere la realtà come essa è. La realtà, vista così, è benigna, le piace spiegarsi; non è comparativa, non è esclusiva. Essa, di buon grado, accetta persino ogni sofferenza.


Plinio Corrêa de Oliveira

lunedì 3 ottobre 2011

L'IMPURITÀ DIFFONDE L'AGITAZIONE PER TUTTA LA VITA

A causa della precocità sessuale di coloro che vivono nei tropici, percepii che molto in anticipo l'impurità si trasformava in una monomania. Tutto ciò che nella vita non era impurità diventava monotono.
Queste tendenze erano talmente contrarie a ciò che io intendevo che la vita dovesse essere, che compresi la cosa seguente: l'impurità portava con se il disordine totale; dando un certo piacere e un determinato godimento in un minuto, diffondeva l'agitazione e l’infortunio per tutta la vita.
Mi resi conto che l'impurità è un incendio. E che se io avessi voluto conservare quella bella e nobile placidità di cui ero abituato, avrei dovuto mantenermi puro e fare ogni sforzo per praticare la purezza nella mia vita. Compresi pure, in un baleno, che gli impuri erano luridi; si gettavano a terra, ruzzolavano nella polvere, si imbrattavano le mani, non si lavavano. Il senso della pulizia spariva o scemava con l'impurità.
Plinio Corrêa de Oliveira (Da una riunione di conversazione del 10 Dicembre 1982)

sabato 1 ottobre 2011

SOLITUDINE E ISOLAMENTO

E' noto che esiste una differenza tra isolamento e solitudine.
L'isolamento come tale ha un carattere negativo: è l'uomo che vive disperatamente solo, magari in mezzo alla gente, ove comunque si sente non compreso e fallito; al contrario, la solitudine per ogni uomo, anche per l'uomo moderno, è un valore fondamentale.
Ciò vuol dire che c'è un momento in cui l'uomo giunge a riconoscere che niente lo soddisfa davvero, che tutti i suoi metodi, tutte le sue esperienze, tutte le sue speranze lo hanno soddisfatto solo fino a un certo punto: rimane ancora un vuoto, un vuoto che soltanto Dio può colmare.
È un'esperienza che non si fa quando ancora le cose si accavallano una sull'altra e si continua a sperare che ciascuna di esse riempia quel vuoto.
Ma quando sopravviene lo scacco, allora ci si viene a trovare in quello stato di attesa e di vigilanza che fu lo stato di Mosè per 40 anni.
Ed ecco la solitudine di Mosè. Egli lascia che tutta la delusione, il dolore, la rabbia vengano a galla; non maschera né sopprime tutte queste cose, ma anzi le affronta, perché non ha più paura di guardare nella sua vita.
Paulo Coelho - C.M. Martini, Vita di Mosè

L’INNOCENZA PRIMORDIALE

….L’innocenza è la vicendevole armonia di tutte le cose o di tutte le potenze dell’anima. Dovuto a questa armonia, l’innocenza ha la nozione facile ed immediata di come deve essere ogni cosa e, dunque, del modello ideale di tutte le cose….
…Lo stato d’animo dell’innocente è come quello di chi, per così dire, è appena uscito dalle mani di Dio. A volte si ha l’impressione che certi aspetti della natura sono così. Quando ci si trova, per esempio, in un luogo dove mai, o quasi mai, vi è stata una presenza umana, si ha come la sensazione che quella realtà stia, in quel momento, uscendo dalle mani di Dio. Quindi, quell’innocenza è quasi l’innocenza delle mani di Dio.  Vi si riconosce uno stato, un tenore di rapporti dell’anima con Dio, che dovrebbe essere particolarmente studiato nel campo filosofico e poi in quello teologico...
…Tuttavia – poveri noi! – allo stesso modo come accadde con Adamo ed Eva nel Paradiso Terreste, a un certo momento giunge la tentazione: il mondo delle bellezze e delle certezze originarie ci viene presentato come qualcosa di troppo elevato, di molto distante e poco utile. Quindi, deve essere allontanato. Nasce lentamente nel bambino la tendenza ad accantonare l'innocenza. Egli pensa vagamente: "Queste cose sono una fantasia; sono irreali e non devono essere prese in considerazione".
È UN PENSIERO DALL’EFFETTO DEVASTANTE!.

Plinio Corrêa de Oliveira