domenica 25 settembre 2011

HO VISTO MORIRE L'INNOCENZA SU UN CASTELLO DI SABBIA



La prima ferita le fu inferta quando un bambino, pensando che fosse un fiore, regalò un filo d’erba a sua madre e lei lo gettò via ridendo. Un’altra la ricevette quando, durante una lite tra fratelli, il padre che aveva fretta non ebbe tempo di ascoltare la verità.
Ne subì ancora quando il piccolo sorrise ad un uomo che passava e i suoi lo ammonirono e quando il bambino cercò di spiegare un suo punto di vista e gli adulti non lo presero sul serio.
Poi venne il giorno in cui il bambino si accorse che i suoi nascondevano qualcosa, cercò di capire, ma non gli diedero spiegazioni. Gli imposero di non dire niente. Per l’innocenza fu un duro colpo.
Così, ogni volta che al bambino veniva negata la libertà di ridere, di giocare, di esprimere la sua gioia, la sua creatività, il suo stupore, quelle ferite si facevano più profonde, più letali.
Fu quando il bambino vide che, prima ancora che lui potesse compierlo, qualcuno calpestò il suo castello di sabbia. Fu allora, su quel castello di sabbia, che l’innocenza emise l'ultimo respiro.

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