giovedì 12 ottobre 2017

LE STESSE POSSIBILITà

Quando vedi un bimbetto biondo 
affacciato ad una porta finestra 
a piano terra di una casa povera, 
con lo sguardo perso nel vuoto, 
ti rendi conto che non tutti i bambini 
hanno le stesse possibilità nella vita.

sabato 2 settembre 2017

GIORNATA MONDIALE DEL CREATO

Nella modernità, siamo cresciuti pensando di essere i proprietari e i padroni della natura, autorizzati a saccheggiarla senza alcuna considerazione delle sue potenzialità segrete e leggi evolutive, come se si trattasse di un materiale inerte a nostra disposizione, producendo tra l’altro una gravissima perdita di biodiversità.
In realtà, non siamo i custodi di un museo e dei suoi capolavori che dobbiamo spolverare ogni mattina, ma i collaboratori della conservazione e dello sviluppo dell’essere e della biodiversità del pianeta, e della vita umana in esso presente.
La conversione ecologica capace di sorreggere lo sviluppo sostenibile comprende in maniera inseparabile sia l’assunzione piena della nostra responsabilità umana nei confronti del creato e delle sue risorse, sia la ricerca della giustizia sociale e il superamento di un sistema iniquo che produce miseria, disuguaglianza ed esclusione.

Papa Francesco

lunedì 17 aprile 2017

TORNIAMO A TE CON GLI OCCHI ABBASSATI DI VERGOGNA E CON IL CUORE PIENO DI SPERANZA

O Cristo lasciato solo e tradito perfino dai tuoi e venduto a basso prezzo. 
O Cristo giudicato dai peccatori, consegnato dai Capi. 
O Cristo straziato nelle carni, incoronato di spine e vestito di porpora. 
O Cristo schiaffeggiato e atrocemente inchiodato. 
O Cristo trafitto dalla lancia che ha squarciato il tuo cuore. 
O Cristo morto e seppellito, tu che sei il Dio della vita e dell’esistenza. 
O Cristo, nostro unico Salvatore, torniamo a Te anche quest’anno con gli occhi abbassati di vergogna e con il cuore pieno di speranza:
Di vergogna per tutte le immagini di devastazioni, di distruzioni e di naufragio che sono diventate ordinarie nella nostra vita; 
Vergogna per il sangue innocente che quotidianamente viene versato di donne, di bambini, di immigrati e di persone perseguitate per il colore della loro pelle oppure per la loro appartenenza etnica e sociale e per la loro fede in Te; 
Vergogna per le troppe volte che, come Giuda e Pietro, ti abbiamo venduto e tradito e lasciato solo a morire per i nostri peccati, scappando da codardi dalle nostre responsabilità; Vergogna per il nostro silenzio dinanzi alle ingiustizie; per le nostre mani pigre nel dare e avide nello strappare e nel conquistare; per la nostra voce squillante nel difendere i nostri interessi e timida nel parlare di quelle dell’altrui; per i nostri piedi veloci sulla via del male e paralizzati su quella del bene; 
Vergogna per tutte le volte che noi Vescovi, Sacerdoti, consacrati e consacrate abbiamo scandalizzato e ferito il tuo corpo, la Chiesa; e abbiamo dimenticato il nostro primo amore, il nostro primo entusiasmo e la nostra totale disponibilità, lasciando arrugginire il nostro cuore e la nostra consacrazione. 
 
Tanta vergogna Signore ma il nostro cuore è nostalgioso anche della speranza fiduciosa che tu non ci tratti secondo i nostri meriti ma unicamente secondo l’abbondanza della tua Misericordia; che i nostri tradimenti non fanno venir meno l’immensità del tuo amore; che il tuo cuore, materno e paterno, non ci dimentica per la durezza delle nostre viscere;
La speranza sicura che i nostri nomi sono incisi nel tuo cuore e che siamo collocati nella pupilla dei tuoi occhi; 
La speranza che la tua Croce trasforma i nostri cuori induriti in cuore di carne capaci di sognare, di perdonare e di amare; trasforma questa notte tenebrosa della tua croce in alba folgorante della tua Risurrezione; 
La speranza che la tua fedeltà non si basa sulla nostra; 
La speranza che la schiera di uomini e donne fedeli alla tua Croce continua e continuerà a vivere fedele come il lievito che da sapore e come la luce che apre nuove orizzonti nel corpo della nostra umanità ferita; 
La speranza che la tua Chiesa cercherà di essere la voce che grida nel deserto dell’umanità per preparare la strada del tuo ritorno trionfale, quando verrai a giudicare i vivi e i morti; 
La speranza che il bene vincerà nonostante la sua apparente sconfitta!
 
O Signore Gesù, Figlio di Dio, vittima innocente del nostro riscatto, dinanzi al tuo vessillo regale, al tuo mistero di morte e di gloria, dinanzi al tuo patibolo, ci inginocchiamo, invergognati e speranzosi, e ti chiediamo di lavarci nel lavacro del sangue e dell’acqua che uscirono dal tuo Cuore squarciato; di perdonare i nostri peccati e le nostre colpe; 
Ti chiediamo di ricordarti dei nostri fratelli stroncati dalla violenza, dall’indifferenza e dalla guerra; 
Ti chiediamo di spezzare le catene che ci tengono prigionieri nel nostro egoismo, nella nostra cecità volontaria e nella vanità dei nostri calcoli mondani. 
 
O Cristo, ti chiediamo di insegnarci a non vergognarci mai della tua Croce, a non strumentalizzarla ma di onorarla e di adorarla, perché con essa Tu ci hai manifestato la mostruosità dei nostri peccati, la grandezza del tuo amore, l’ingiustizia dei nostri giudizi e la potenza della tua misericordia. Amen.

Papa Francesco

sabato 25 marzo 2017

PREGHIERA A MARIA

Santa Maria, donna coraggiosa, tu che nelle tre ore di agonia sotto la croce hai assorbito come una spugna le afflizioni di tutte le madri della terra, prestaci un pò della tua fortezza. Alleggerisci le pene di tutte le vittime dei soprusi, conforta il pianto nascosto di tante donne che, nell'intimità della casa, vengono sistematicamente oppresse dalla prepotenza del maschio.
Ispira la protesta delle madri lacerate negli affetti dai sistemi di forza e dalle ideologie di potere; guida i passi delle madri-coraggio perchè scuotano l'omertà di tanti complici silenzi. E quando suona la diana di guerra, convoca tutte le figlie di Eva perchè si mettano sulla porta di casa e impediscano ai loro uomini di uscire, armati come caino, ad ammazzare il fratello. 

Tonino Bello, Vescovo di Molfetta

domenica 12 marzo 2017

NON PUNTATE ALLA PARITA'

Una raccomandazione alle donne, che non vuole essere di un antiquato!
Il raggiungimento della parità (sacrosanto!!!) non vi faccia rinunziare MAI al dono più grande che Dio vi ha dato, le cosiddette "viscere materne" (splacnizo, in greco): 
sentirsi divorare qualcosa dentr, il guardare con tenerezza immensa il bambino vostro che soffre (anche se non è vostro, non cambi nulla!), il dimenticarsi, il darsi da fare per andare incontro, il lasciar depositare nel cuore la solitudine/paura/ansia/tristezza e far propria la sofferenza altrui. 
L'agire come il buon samaritano: fermarsi, non guardare agli impegni, dare le prime cure, caricarsi il poveraccio, metterlo sul cavallo, andare a piedi sino all'albergo, fare la notte, pagare spese, impegnarsi a pagare spese extra...

Giuseppe Impastato s.j.