mercoledì 27 luglio 2011

IL SEGRETO DI STELLA

Ho pensato: devo essere migliore, allora, forse mi vorranno bene...

Amata? Certo che sono stata amata. Su questo non potevo avere dubbi. La mamma me lo diceva di continuo: io ti voglio tanto, tanto bene, e tuo padre ti pensa ogni momento. Su questo non potevo avere dubbi. Il papà non c’era mai, ma mi pensava; la mamma era sempre nervosa, ma mi voleva bene

“Me la ricordo mentre me lo diceva con quelle due rughe in mezzo agli occhi. Sembrava preoccupata. Da che cosa non t’ho mai saputo. Io cercavo i suoi abbracci, lei mi teneva un pò ma senza stringere. Cercavo una conferma nel suo sguardo, ma lei guardava altrove.
La mamma ti vuole tanto bene – io non capivo, non sentivo il calore...”

“Ho pensato: devo essere migliore; più brava, buona, attenta. Stavo in silenzio per non disturbare, la musica soltanto con le cuffie, a scuola tutti ottimo e distinto, nella mia camera sempre tutto in ordine..”.
La guardavo di nascosto per capire. La mamma qualche volta non mangiava, lei e papà non parlavano mai. Una volta ho visto che piangeva e l’ho abbracciata forte. Lei si è tirata indietro. - Va tutto bene - ha detto. E’ solo un po’ di polvere nell’occhio. Ho pensato che era colpa mia.

A tredici anni mi è cresciuto il seno. Odiavo quella cosa che mi scoppiava addosso. Mi guardavi e mi sentivo un mostro. Quando uscivo mi fasciavo stretta stretta, quasi non respiravo. Non volevo che la gente mi vedesse.
Delle prime mestruazioni nessuno mi aveva detto nulla. Ho sentito una fitta nella pancia e poi ho pensato di morire. La paura mi ha lasciata senza fiato. Non ho mangiato niente. Mi piaceva quel buco nella pancia, sentivo solo quello e non pensavo a nulla.., ancora non pensavo a dimagrire.

“A quattordici anni sono stata male, una febbre che non scendeva mai. La mamma mi metteva l’asciugamano freddo sulla fronte. Il papà mi portava i giornaletti. Sudavo, tremavo e non mangiavo, I dottori scuotevano la testa. La mamma mi faceva le spremute. Un giorno, tra i fumi della febbre, ho visto lei e il papà che si abbracciavano…  Era la prima volta. Ero contenta.

“In primavera sono tornata a scuola, le compagne mi hanno fatto festa. La mamma mi preparava il cestino con la colazione. Ero magra, anche il seno si era un po’ sgonfiato e nello specchio mi sembravo più carina”.

“Nel cestino c’erano frutta e yogurt e un panino ogni volta diverso… il primo che ho deciso: adesso basta! Era pieno di prosciutto e mozzarella. L’ho sbriciolato nella fontana della piazza, i pesci erano impazziti dalla gioia. Ancora adesso, se ci vado a fare un giro, ti giuro che mi vengono vicino! L’ho fatto tutti i giorni, per un anno. Il ripieno lo regalavo ai gatti...” 

“Ecco quello è stato il primo gesto. Per un anno è andato tutto bene, poi però non sono stata troppo brava. Qualche volta la fame era terribile e mangiavo tutto quello che trovavo: pane, formaggio, frutta, scatolette... Una volta, mi vergogno a dirlo, ho mangiato pure la pasta cruda. Mangiavo e vomitavo. Poi andavo a correre nel parco. Nessuno si è accorto mai di nulla. Mi si era gonfiato tutto il collo, i denti sono diventati neri. Ero brutta, così alla fine ho smesso...”

“Mamma e papà si sono separati. Adesso va un po’ meglio ma non tanto. Lo vedi, no? Sono ancora troppo grassa... No, non mi dire niente: sono grassa. No, non è colpa proprio di nessuno, cioè, se c’è una colpa è solo mia, che non riesco a essere più brava. Però se insisto.., io ce la posso fare a essere migliore... a dimagrire ancora.”

(Tratto da MISSIONE SALUTE edito dal Ministero della Salute nell’anno 2002. Questa testimonianza è stata raccolta nell’autunno del 1998, all’epoca S.G. aveva 19 anni, 1,71 di altezza, 41 chili di peso - all’inizio del 1999 è scesa sotto i 40 chili ed è stata ricoverata per gravi disturbi renali provocati da un eccesso di diuretici. Attualmente è in psicoterapia).

Questa storia, vera, dimostra come la mancanza di amore in famiglia e di attenzione verso i figli producano danni, il più delle volte, irreparabili.

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