giovedì 28 giugno 2012

GANDHI SU GESU' E LE RELIGIONI


Ricordo che un verso del Gujarati, che da bambino avevo studiato a scuola, rimaneva fisso nella mia mente. In sostanza, esso affermava questo: “Se qualcuno ti dà da bere dell’acqua e tu gli restituisci altrettanto, non è niente. La vera grandezza consiste nel rendere bene per male”.

Nella mia fanciullezza, questo verso ebbe una forte influenza su di me ed io cercai di metterlo in pratica. Poi venne il Discorso della montagna. Ovviamente, conoscevo abbastanza bene la Bhagavad Gita in sanscrito, ma non avevo studiato a fondo il suo insegnamento proprio su quel particolare punto. Fu il Nuovo Testamento a farmi realmente capire la giustezza ed il valore della resistenza passiva.
Quando lessi nel Discorso della montagna passi come questi: “Non resistere al malvagio, ma a chi ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, porgi anche l’altra” e, “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”, fui semplicemente invaso da una grandissima gioia. Trovavo conferma alla mia opinione, proprio là dove meno me l’aspettavo. La Bhagavad Gita venne a rinforzare questa mia impressione, ed “Il Regno di Dio è dentro di voi” di L.Tolstoy, diede forma precisa a questa idea. Le idee che stanno alla base dell’inno del Guyjarati e del Discorso della montagna avrebbero rivoluzionato tutta la mia vita.(…)


Devo aggiungere che non mi limitai allo studio della Bibbia, dei suoi commenti e di altri libri sul cristianesimo, fornitimi dai miei amici. Mi dissi che se dovevo trovare soddisfazione attraverso il ragionamento, dovevo studiare anche le scritture di altre religioni e così poter fare la mia scelta. Mi rivolsi al Corano. Cercai anche di capire qualcosa del giudaismo come religione distinta dal cristianesimo, studiai anche la religione di Zoroastro. Giunsi così alla conclusione che tutte le religioni sono giuste, ma che ognuna di esse è imperfetta . Imperfetta naturalmente e necessariamente, perché è interpretata con il nostro povero intelletto, a volte con i nostri poveri cuori ed il più delle volte è interpretata male.
In tutte le religioni scoprii, con dolore, che esistevano interpretazioni diverse ed anche contraddittorie di certi testi e mi dissi: “No, queste cose non fanno per me, se voglio la soddisfazione dello spirito, devo tentare la mia via, devo aspettare Dio in silenzio e chiedergli di guidarmi.” C’è un bel verso in sanscrito che dice: “Dio aiuta solo quando un uomo si sente completamente impotente ed umile.”

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