lunedì 26 maggio 2025

GRETA THUNBERG

 

 

 


 Greta Thunberg nel 2018 all'esterno del parlamento svedese; il cartello reca la scritta: 
«Sciopero scolastico per il clima»

 

Nata a Stoccolma il 3 gennaio 2003, Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg vanta una madre cantante d’opera e un padre attore, ma anche una lontana parentela con Svante Arrhenius, studioso dell’effetto serra e Premio Nobel nel 1903.1

A soli 15 anni, dopo un’estate caratterizzata da caldo record, siccità e incendi boschivi, Greta prende definitivamente coscienza dell’emergenza ambientale in cui versa il Pianeta e decide che non può più aspettare che “i grandi” facciano qualcosa. Così il 20 agosto 2018, anziché recarsi a scuola, si presenta davanti al Riksdag, la sede del Parlamento svedese, con un cartello dal messaggio chiaro e forte: Skolstrejk för klimatet, “sciopero scolastico per il pianeta”.

La sua assenza scolastica dura fino al 9 settembre dello stesso anno, in occasione delle elezioni politiche, con la richiesta al governo di adottare serie misure contro il global warming e le emissioni di anidride carbonica.

Negli anni, Greta Thunberg ha continuato a portare avanti il suo messaggio attraverso discorsi, interviste e partecipazione a eventi internazionali, affinché ogni singolo individuo si rendesse conto di avere un impatto globale attraverso la passione, la determinazione e la consapevolezza dell’importanza di un problema come il cambiamento climatico. Ha spinto così la collettività verso azioni immediate per affrontare concretamente il cambiamento climatico e ha criticato duramente le politiche di diversi paesi.

Per diminuire l'impronta ecologica della sua famiglia ha insistito perché i suoi congiunti diventassero vegani,come lo è diventata lei. È autrice, insieme alla sua famiglia, del libro La nostra casa è in fiamme, in cui viene raccontata la sua vita con alcuni aneddoti della sua famiglia. 

Anche in seguito alle elezioni, Greta ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Ha partecipato alla manifestazione Rise for Climate davanti al Parlamento Europeo a Bruxelles e ha parlato alla manifestazione organizzata da Extinction Rebellion a Londra (31 ottobre 2018). Il suo sciopero del venerdì ha attirato l'attenzione dei media in diverse nazioni e manifestazioni simili sono state organizzate in altri paesi, tra cui i Paesi Bassi, l'Italia, la Germania, la Finlandia, la Danimarca e l'Australia. In Australia migliaia di studenti sono stati ispirati da lei ad intraprendere lo sciopero del venerdì, ignorando l'appello del loro primo ministro Scott Morrison, che ha dichiarato al Parlamento «ciò che vogliamo è l'apprendimento nelle scuole e meno attivismo».


Il 4 dicembre 2018 Greta ha parlato alla
COP24, vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutosi a Katowice, in Polonia. Greta ha spiegato così la gravità del problema:

«Ciò che speriamo di ottenere da questa conferenza è di comprendere che siamo di fronte a una minaccia esistenziale. Questa è la crisi più grave che l'umanità abbia mai subito. Noi dobbiamo innanzitutto prenderne coscienza e fare qualcosa il più in fretta possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare il salvabile.»

In occasione dell'ultima giornata ufficiale di lavori, il 14 dicembre, ha dichiarato dalla tribuna della COP24, parlando ai leader mondiali riuniti con parole durissime:

«Voi parlate soltanto di un'eterna crescita dell'economia verde poiché avete troppa paura di essere impopolari. Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l'unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d'emergenza. Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate persino questo fardello a noi bambini. [...] La biosfera è sacrificata perché alcuni possano vivere in maniera lussuosa. La sofferenza di molte persone paga il lusso di pochi. Se è impossibile trovare soluzioni all'interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema. [...] L'anno 2078 celebrerò i miei 75 anni, se avrò figli, forse passeranno quella giornata con me. Forse mi chiederanno di voi, forse mi chiederanno perché voi non abbiate fatto nulla, mentre c'era ancora il tempo per agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra qualsiasi altra cosa, eppure state rubando il loro futuro proprio davanti ai loro stessi occhi. [...] Non siamo venuti qui per supplicare i leader di agire. Ci avete ignorato in passato, e ci ignorerete ancora. [...] Voi avete finito le scuse, e noi stiamo finendo il tempo. [...] Il vero potere appartiene al popolo.»

Il 25 gennaio 2019 è intervenuta con un discorso molto duro al Forum economico mondiale di Davos, volto a far comprendere il panico che si dovrebbe provare di fronte ai cambiamenti climatici. Nei mesi successivi è intervenuta in altre manifestazioni in diverse città europee, alcune delle quali hanno avuto una certa attenzione mediatica, come quella a Bruxelles del 21 febbraio o quella di Amburgo del 1º marzo.[23]

                      Greta Thunberg promuove la sua campagna ambientalista al  
                                 Forum economico mondiale di Davos nel 2019

Il 15 marzo 2019 si è tenuto lo sciopero mondiale per il futuro, al quale hanno partecipato moltissimi studenti in 1700 città in oltre 100 paesi del mondo (un milione solo in Italia); Greta è intervenuta nella manifestazione organizzata a Stoccolma, ricordando come sia necessario che i politici agiscano, dando ascolto ai moniti degli scienziati sul clima. Tra le risposte alla manifestazione c'è stata quella della Commissione europea, che ha affermato di ascoltare la richiesta dei giovani e di stare agendo in quella direzione.[27]

Il 16 aprile 2019 ha parlato alla commissione Ambiente del Parlamento europeo, invitando i politici europei a prendere decisioni nette e rapide per contrastare il cambiamento climatico, seguendo quanto affermato dagli scienziati; in particolare, guardando alle imminenti elezioni europee, ha invitato i giovani ad andare alle urne e i politici ad ascoltare l'appello per il clima di tanti ragazzi che non potranno votare. Il giorno dopo ha partecipato all'udienza generale di Papa Francesco in piazza San Pietro a Roma, a seguito della quale ha avuto un breve scambio di battute con il pontefice.

Tra il 14 e il 28 agosto 2019 ha attraversato l'oceano Atlantico da Plymouth a New York (dove è stata accolta da attivisti locali come Alexandria Villaseñor e Xiye Bastida) a bordo dello yacht a vela Malizia II, provvisto di pannelli solari e turbine subacquee. Il viaggio è stato annunciato come una traversata atlantica carbon neutral, per dimostrare l'importanza della riduzione delle emissioni sostenuta da Thunberg. Scopo del viaggio è stata la partecipazione al Vertice delle Nazioni Unite sull'azione per il clima di New York e alla conferenza sul cambiamento climatico COP 25 a Santiago del Cile. Il 20 settembre ha guidato a New York lo sciopero mondiale per il clima, mentre il giorno successivo ha parlato al Palazzo di vetro al Vertice dei giovani per il clima. Il 23 settembre ha parlato all'apertura del Climate Action Summit a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, cui partecipavano diverse decine di capi di stato e di governo, usando parole assai dure contro la loro inazione:

«È tutto sbagliato. Non dovrei essere quassù. Dovrei essere tornata a scuola dall'altra parte dell'oceano. Eppure, voi tutti venite da noi giovani per la speranza. Come osate? Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote! Eppure io sono una delle fortunate. La gente soffre. La gente muore. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di una estinzione di massa, e tutto ciò di cui potete discutere sono i soldi, e le favole di una eterna crescita economica! Come osate? Da oltre 30 anni la scienza è stata chiara, cristallina: come osate continuare a guardare da un'altra parte? [...] Voi ci state deludendo. Ma i giovani hanno cominciato a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le future generazioni sono su di voi e, se sceglierete di tradirci, vi dico che non vi perdoneremo mai. Non vi lasceremo andare così. Proprio qui, proprio ora, tracciamo il confine. Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.»

Ha presenziato, assieme a Vanessa Nakate, alla conferenza Youth4Climate tenutasi a Milano dal 28 al 30 settembre 2021. In tale frangente, l'attivista ha criticato nuovamente l'approccio non pragmatico, dato dalla politica, all'emergenza climatica.

Il 17 gennaio 2023 l'attivista è stata fermata dalla polizia di Aquisgrana durante le proteste dei manifestanti ambientalisti contro l’espansione della miniera di carbone di Garzweiler, presso Lüzerath, nello stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia; dopo essere stata identificata è stata immediatamente rilasciata, potendo così recarsi a Davos, in Svizzera, per partecipare insieme ad altre attiviste a una manifestazione contro il World Economic Forum Il 17 ottobre 2023 è stata arrestata a Londra, in Inghilterra, per una protesta contro i giganti del petrolio. Il 6 aprile 2024 viene arrestata nuovamente nei Paesi Bassi.

 

Quando avevo circa otto anni, ho sentito parlare per la prima volta di qualcosa chiamato cambiamento climatico o riscaldamento globale. Apparentemente, era qualcosa che gli umani avevano creato con il nostro modo di vivere. Mi è stato detto di spegnere le luci per risparmiare energia e di riciclare la carta per risparmiare risorse.

 

Nel 2078 festeggerò il mio 75esimo compleanno. Se avrò dei bambini forse passeranno quel giorno con me. Forse mi chiederanno di voi. Forse mi chiederanno perché non avete fatto niente, quando c’era ancora tempo per agire. Dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, eppure state rubando il loro futuro proprio davanti ai loro occhi. Finché non vi concentrerete su cosa deve essere fatto, anziché su cosa sia politicamente possibile, non c’è alcuna speranza.

 

Non abbiamo un pianeta B. Non abbiamo un pianeta bla – bla bla bla… Non parliamo di un costoso gesticolare di correttezza politica green e accarezza-cuccioli o bla bla bla… Ripartiamo col Recovery bla bla bla… Economia green bla bla bla… Zero netto al 2050 bla bla bla… Zero netto bla bla bla…Impatto zero bla bla bla… Sono queste le cose che sentiamo dalle bocche dei nostri presunti “leader”. Parole, tante parole, tutte ad effetto, ma che finora hanno portato a zero fatti. Annegano i nostri sogni e speranze nel loro oceano di parole e promesse vuote. Certo, occorre ingaggiare un dialogo, ma siamo ormai a trent’anni di bla bla bla, e a cosa è servito?

È chiaro a tutti che la Cop26 è un fallimento. Dovrebbe essere ovvio che non possiamo risolvere una crisi con gli stessi metodi che l’hanno provocata. Le persone al potere possono continuare a vivere nella loro bolla piena di fantasie, come la possibilità di una crescita infinita su un pianeta finito e una soluzione tecnologica che apparirà improvvisamente dal nulla e cancellerà immediatamente tutte queste crisi. Tutto questo mentre il mondo sta letteralmente bruciando, va a fuoco, e mentre le persone che vivono in prima linea stanno subendo gli effetti della crisi climatica.

 

Fonti: Wikipedia; Accendi Coop

domenica 25 maggio 2025

Severn Suzuki, la bambina che zittì il mondo per sei minuti (ma nulla cambiò)


È il 1992 e a Rio De Janeiro si sta svolgendo il Summit della Terra organizzato dall’ONU. Si tratta di un evento cruciale in quanto è il primo nel suo genere a portare all’attenzione dei principali leader mondiali la protezione dell’ambiente.

Alla conferenza partecipano 108 capi di Stato o di Governo, 2.400 rappresentanti di organizzazioni non governative e lei: Severn Cullis-Suzuki, 12 anni, ancora oggi ricordata come “la bambina che zittì il mondo per 6 minuti”.

Rileggendo il suo messaggio non potrai fare a meno di notare alcune somiglianze con il discorso che Greta Thunberg ha tenuto durante la Conferenza delle Nazioni Unite COP24.

Severn all'età di 9 anni, mentre frequentava la scuola elementare Lord Tennyson, fondò l'Environmental Children's Organization (ECO), un gruppo di bambini interessato a sensibilizzare i propri coetanei verso le problematiche ambientali. Nel 1992, all'età di 12 anni, Cullis-Suzuki raccolse fondi sufficienti per partecipare al Vertice della Terra a Rio de Janeiro. Nel 1993 fu insignita del Global 500 Roll of Honour dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente. Nello stesso anno ha pubblicato un libro per famiglie, Tell the World, riguardante la salvaguardia ambientale. Oggi è una scrittrice, attivista e conduttrice televisiva sempre molto impegnata sul fronte ambientale.

Il discorso di Severn Suzuki all’ONU: la reprimenda dell’allora 12enne.

“Salve, sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO, l’Organizzazione dei Bambini per l’Ambiente. Siamo un gruppo di ragazzi di 12 e 13 anni che cerca di fare la differenza; Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e la sottoscritta. Abbiamo raccolto tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5000 miglia, per dire alle Nazioni Unite che dovete cambiare il vostro modo di agire.

Venendo a parlare qui oggi non ho un’agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un’elezione o qualche punto sul mercato azionario. Sono qui per parlare a nome di tutte le generazioni future. Sono qui per parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il Pianeta e le cui grida restano inascoltate. Sono qui per parlare a nome del numero infinito di animali che stanno morendo nel Pianeta, perché non hanno alcun posto dove andare.

Ho paura di andare fuori al sole ora, a causa dei buchi nell’ozono. Ho paura di respirare l’aria, perché non so quali sostante chimiche contiene. Ero solita andare a pesca a Vancouver, la mia casa, con mio papà, fino a quando pochi anni fa abbiamo trovato un pesce pieno di tumori. E ora sentiamo di animali e piante andare verso l’estinzione, ogni giorno, sparendo per sempre. Nella mia vita ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici, giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto ciò.

Vi siete mai preoccupati di queste cose quando avevate la mia età? Tutto questo sta accadendo sotto ai nostri occhi, e tuttavia agiamo come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni.

Sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma voglio che realizziate che non le avete nemmeno voi.

Voi non sapete come riparare i buchi nello strato di ozono.

Non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato.

Non sapete come far tornare una specie animale estinta. E non potete restituirci le foreste che una volta crescevano là dove ora c’è il deserto.

Se non sapete come sistemare tutto ciò, smettete di distruggerlo.

Qui potete essere presenti in qualità di delegati dei vostri governi, gente d’affari, amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii, e tutti voi siete anche figli di qualcuno.

Sono solo una bambina, tuttavia so che siamo parte di una famiglia che conta 5 miliardi di persone; per la verità, 30 milioni di specie. E nessun governo o confine potrà cambiare ciò.

Sono solo una bambina, tuttavia so che siamo tutti coinvolti in questo e dovremmo agire come un solo mondo verso un unico obiettivo.

La mia rabbia non mi acceca e la mia paura non mi fa temere di dire al mondo come mi sento.

Nel mio Paese produciamo così tanti rifiuti; compriamo e buttiamo, compriamo e buttiamo, compriamo e buttiamo e tuttavia i Paesi del nord non condividono con quelli che hanno bisogno. Anche quando abbiamo più del necessario, siamo spaventati dal condividere, siamo spaventati dal lasciare un po’ della nostra ricchezza. In Canada viviamo una vita privilegiata, ricca di cibo, acqua e ripari. Abbiamo orologi, biciclette, computer e televisori e la lista potrebbe andare avanti per due giorni. Due giorni fa qui in Brasile siamo rimasti scioccati quando abbiamo passato un po’ di tempo con alcuni bambini che vivono per strada. Questo è ciò che ci ha detto un bambino: “Vorrei essere ricco e se lo fossi darei a tutti i bambini di strada cibo, vestiti, medicine, una casa, amore e affetto”. Se un bambino di strada che non ha niente è disposto a condividere, perché noi che abbiamo tutto siamo ancora così avidi? Non riesco a smettere di pensare che quei bambini hanno la mia stessa età, che il posto dove nasci fa un’enorme differenza, che io avrei potuto essere una di quei bambini che abitano nelle favelas di Rio. Potrei essere una bambina che muore di fame in Somalia, o una vittima di guerra in Medio Oriente, o una mendicante in India.

Sono solo una bambina, tuttavia so che se tutti i soldi spesi in guerre fossero spesi per cercare risposte ambientali, fermare la povertà e siglare accordi, che posto magnifico sarebbe questa Terra!

A scuola, fin dall’asilo, ci insegnate come comportarci nel mondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, risolvere i problemi, rispettare gli altri, rimettere a posto il nostro casino, non ferire altre creature, condividere e non essere avari. Allora perché voi fate le cose che dite a noi di non fare?

Non dimenticate perché state partecipando a queste conferenze, per chi le state facendo. Noi siamo i vostri figli. Voi state decidendo in che tipo di mondo noi stiamo crescendo. I genitori dovrebbero poter consolare i propri figli dicendo che tutto andrà a posto, che non è la fine del mondo e che stanno facendo il meglio che possono. Ma non penso che voi lo possiate ancora dire. Siamo davvero nella vostra lista delle priorità?

Mio padre mi dice sempre: “Sei quello che fai, non quello che dici”. Bene, quello che voi state facendo mi fa piangere la notte. Continuate a dire che ci amate. Ma vi sfido, per favore, a far in modo che le vostre azioni riflettano le vostre parole. Grazie.”

FRANCA VIOLA

 

 

 
Questa donna straordinaria si chiama Franca Viola. Aveva 17 ann il giorno di Santo Stefano del 1965, quando il suo ex-fidanzato Filippo Melodia, noto malavitoso e nipote di un capoclan locale, dopo una lunga serie di minacce e intimidazioni, fece irruzione nella sua casa di Alcamo insieme a 13 giovani armati, che devastarono l'appartamento, pestarono a sangue la madre e rapirono Franca e il fratellino Mariano, che si era aggrappato alle gambe della sorella senza mollarla più. 
Il fratello lo lasciarono poche ore dopo. Franca no. Franca trascorrerà i successivi 5 giorni segregata in un casolare di campagna e, in seguito, in casa della sorella di Melodia. Infine, dopo una settimana trascorsa legata a un letto, a digiuno, in stato di semi-incoscienza, insultata, umiliata, fu violentata dall'ex-fidanzato. 
Quando, il 2 gennaio, fu rintracciata e liberata dalla polizia, Melodia dava per scontato che tutte le accuse sarebbero crollate con quello che allora era considerato la norma: il "matrimonio riparatore". 
Ed è qui che una storia drammaticamente comune a quella di centinaia di donne assume una traiettoria che cambierà la storia di Franca e quella di un Paese intero. Franca rifiuta di sposarsi, sceglie di dichiararsi "svergognata" davanti a un'opinione pubblica bigotta e sbigottita: non era mai accaduto prima di allora. 
Franca ha contro tutto e tutti: lo Stato italiano, la mafia, una società patriarcale e arcaica che la considera un incidente di percorso. Accanto a lei ha solo una persona: il padre Bernardo, che dal primo istante non l'ha mai abbandonata e si è costituito parte civile al processo, a costo anche di perdere il proprio posto di lavoro. 
Ed è proprio durante quello storico processo che Franca Viola pronuncia queste parole che oggi riecheggiano ancora forti, ma che allora, nell'Italia e nella Sicilia degli anni '60, suonavano semplicemente blasfeme. 
E, per questo, potentissime. 
“IO NON SONO PROPRIETÀ DI NESSUNO” disse. “Nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto. L'onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”. 
Dopo mesi di fango, offese, minacce, intimidazioni di ogni genere, Melodia e i suoi complici vengono condannati a 11 anni di carcere. Franca ha vinto, sposa un altro uomo, si riappropria della propria vita, ma dovremo attendere altri 15 anni - il 1981 - perché il matrimonio riparatore e il delitto d'onore, grazie anche e soprattutto al suo coraggio e alla sua tenacia, spariscano dal codice penale. 
Ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, quando Franca incontra per strada alcuni dei suoi aguzzini, essi chinano il capo alla vista di quella donna dalla dignità incrollabile, incapaci di sostenerne lo sguardo. 
Mentre parliamo di violenza sulle donne, abusi, discriminazioni di genere, di patriarcato malato e maschilismo tossico, questa storia è ancora lì a ricordarci che i diritti che crediamo scontati sono stati conquistati un pezzo per volta, un passo dopo l'altro, con fatica, sacrifici e sofferenze inimmaginabili da parte di donne come Franca Viola. Una grande Italiana. 

Fonte: Lorenzo Tosa

LA FELICITà NEL MATRIMONIO

 

 

 
 
Prima di sposarsi il 29 gennaio 1958, l'attore PaulNewman (26 gennaio 192526 settembre 2008) scrisse una lettera alla sua futura moglie, Joanne Woodward, anche lei attrice, delineando un "decalogo" per costruire un matrimonio solido e duraturo:

"La felicità nel matrimonio non è qualcosa che accade per caso. Un buon matrimonio va costruito, passo dopo passo. Nell'arte del matrimonio, le piccole cose sono in realtà le più grandi. Non si è mai troppo vecchi per tenersi per mano. Bisogna ricordarsi di dire 'Ti amo' almeno una volta al giorno. Mai andare a letto arrabbiati. Non bisogna mai dare nulla per scontato: il corteggiamento non deve finire con la luna di miele, ma continuare per tutta la vita. Un matrimonio felice è avere obiettivi comuni e affrontare il mondo insieme, fianco a fianco.

È creare un cerchio di amore che abbraccia tutta la famiglia. È fare gesti per l'altro, non come sacrificio, ma con gioia. È dire parole di apprezzamento e mostrare gratitudine in modi sinceri e ponderati.

Non è aspettarsi che il marito sia l'uomo perfetto o che la moglie sia la compagna ideale. Non si cerca la perfezione, ma si coltivano flessibilità, pazienza, comprensione e senso dell'umorismo. È avere la capacità di perdonare e dimenticare. È una ricerca comune del buono e del bello. Significa stabilire una relazione dove l’indipendenza è equilibrata, la dipendenza è reciproca e l’impegno è condiviso. Non si tratta solo di sposare la persona giusta, ma di essere il partner giusto."

Con affetto,
Paul

Joanne Woodward vinse l'Oscar per il film "Le tre facce di Eva" (1957), diretto da Nunnally Johnson, prima del matrimonio con Paul Newman.

sabato 3 maggio 2025

ALCUNE REGOLE DI VITA

 Alcune regole di vita da imprimere nella mente.
 
1. Avrai sempre problemi. Impara a goderti la vita mentre li risolvi. 
2. Le persone non decidono il loro futuro, decidono le loro abitudini, e le loro abitudini determinano il loro futuro. 
3. Nella vita puoi controllare solo due cose: il tuo impegno e il tuo atteggiamento. 
4. Non chiederti come iniziare. Inizia, e poi chiediti come migliorare. 
5. La felicità dipende meno dal piacere e più dal trovare un senso nella vita. 
6. La vita diventa più difficile quando ti aspetti troppo dagli altri e poco da te stesso. 
7. La vita diventa più semplice quando pretendi molto da te stesso e poco dagli altri. Poni standard elevati, ma mantieni basse aspettative. 
8. La metà dei tuoi problemi esiste solo nella tua testa: a volte ingigantisci cose che in realtà sono piccole. 
9. Non cercare scorciatoie o segreti: quello che ti serve è la costanza. 
10. Non permettere a tre cose di controllare la tua vita: le persone, i soldi e il passato. 
11. Ogni sfida, persino una tragedia, nasconde un’opportunità. Se impari a cercarla, puoi trasformare una situazione negativa in qualcosa di positivo o, almeno, trarne qualcosa di utile. 
12. Sii grato ogni giorno, perché anche quando pensi di non avere nulla per cui ringraziare, la tua vita “normale” potrebbe essere il sogno di qualcun altro. 

Autore ignoto

 

OTTIMA RIFLESSIONE

 

Quando l’uccello è vivo,
si nutre di formiche.
Quando muore,
sono le formiche a nutrirsi di lui.
Il tempo e le circostanze
cambiano senza preavviso,
ricordandoci che nulla è eterno.
Non ferire né disprezzare nessuno,
perché oggi puoi essere forte,
ma il tempo sarà sempre più forte di te.
Un albero può dare vita a mille fiammiferi,
ma basta un solo fiammifero
per bruciare mille alberi.
Per questo, scegli la bontà,
fai del bene senza guardare a chi.


AVEVA SOLO 12 ANNI ED ERA PAKISTANO

 

30 anni fa, il 16 aprile 1995, viene ucciso, a soli 12 anni un bambino pakistano: Iqbal Masih.
 
Ma perché uccidere un bambino? Perché Iqbal è molto di più di un ragazzino: operaio prima, sindacalista e attivista poi, è diventato un simbolo della lotta contro il lavoro infantile.
 
Iqbal lavora da quando aveva soli 4 anni in una fabbrica di mattoni e, per ripagare un debito familiare, è stato ceduto a un fabbricante di tappeti per soli 12 dollari. Picchiato, sgridato e incatenato al suo telaio, Iqbal lavora per più di dodici ore al giorno. Era uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan; le loro piccole mani sono abili e veloci, i loro salari ridicoli.
Inoltre i bambini sono più facili da controllare e troppo deboli per ribellarsi.
 
Nel 1992 Iqbal riesce però a uscire di nascosto dalla fabbrica e partecipa insieme ad altri bambini a una manifestazione del Bonded Labour Liberation Front (BLLF). Ritornato nella manifattura, si rifiuta di continuare a lavorare nonostante le percosse.
 
Il padrone del ragazzo decide di disfarsene accusandolo di aver aumentato il suo debito a causa di supposti errori di lavorazione, costringendo la famiglia di Iqbal ad abbandonare il villaggio. Finalmente libero, Iqbal viene ospitato in un ostello dalla BLLF e ha l'occasione di ricominciare a studiare.
 
Dal 1993 comincia a viaggiare e a partecipare a conferenze internazionali, sensibilizzando l'opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratori pakistani contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell'infanzia. E' l'inizio della piccola rivoluzione di Iqbal, che riesce a colpire il mondo intero con la sua storia e le sue parole.
 
"Non ho più paura di lui - dice riferendosi al suo ex padrone - è lui che ha paura di me, di noi, della nostra ribellione. Da grande voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo".
 
Nel frattempo, sia per la pressione internazionale che per l'attivismo locale, le autorità pakistane hanno iniziato a prendere i primi provvedimenti, tra cui la chiusura di decine di fabbriche di tappeti e l'attivismo di Iqbal, con la sua potenza, è chiaramente diventato un problema.
 
Le testimonianze circa gli avvenimenti dell'ultima giornata della sua vita, il 16 aprile 1995 (giorno di Pasqua), sono in buona parte imprecise e contraddittorie. Iqbal è in bicicletta con due cugini quando un lavoratore agricolo, a seguito di una breve lite, esplode alcuni colpi di pistola che feriscono uno dei ragazzi e uccidono Iqbal. Per la BLLF però non ci sono dubbi e accusa subito dell'accaduto la "mafia dei tappeti". 
 
A distanza di tempo permangono diversi dubbi sull'accaduto e mentre i suoi assassini sono liberi, il giornalista che ne ha raccontato la storia e' stato accusato di un grave reato: "Danneggia il commercio estero della nazione".
 
A seguito della sua morte, il tema del lavoro minorile, in special modo nell'industria pakistana dei tappeti, ha ricevuto ancora maggior attenzione, rendendo Iqbal un vero e proprio simbolo di tale causa.

«Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.»

LA RESILIENZA DEL SECONDOGENITO

E' proprio vero che quando nasce un nuovo bambino l'amore si moltiplica.


Un attimo prima pensi, riuscirò ad amarli allo stesso modo?
Poi lo guardi per la prima volta negli occhi e, con un suono simile allo scoppiettio dei popcorn, il tuo cuore diventa più grande.. 'POP!'

Ma non si può dire che l'esperienza del primogenito e del secondogenito siano uguali, anzi...

Le differenze iniziano ancor prima di nascere, 
NELLA PANCIA DELLA MAMMA:

Il primo vive la gravidanza in un limbo ovattato, al massimo sente la voce del papà che lo chiama dolcemente e le sinfonie di Mozart, la mamma non alza pesi e si riposa il più possibile.

Il secondo vive in una specie di ambiente schizofrenico in cui si passa dal silenzio assoluto a urla improvvise e stridule "che cosa stai facendooo, adesso rimetti tutto apposto sennò niente cartoniii!!"
Per tutti i nove mesi sente la presenza del fratellone, nel senso che la sente proprio addosso, perché ovviamente al secondo giro la mamma non può permettersi di evitare pesi e manco di riposarsi! Quanto alle sinfonie.. più probabile che senta le sigle di Rai Yo-yo. 

IL CORREDINO
Al primo giro il neonato ancor prima di nascere ha un guardaroba da fare invidia a Lapo Elkann, tra camiciole della fortuna, 10 berrettini, 20 paia di scarpine taglia zero, salopette, pagliaccetti, bretelle e papillon (tutta roba completamente inutile ovviamente).

Il secondogenito invece verrà rigorosamente vestito con i vestitini del fratello maggiore. Gli si comprano un paio di tutine nuove giusto per non fare brutta figura in sala parto. E se la maggiore è una sorella.. oh ma chi l'ha detto che il rosa è solo da femmina scusa..

IL BAGNETTO
Con il primo bimbo il bagnetto è un'attività quotidiana imprescindibile. 
"Dai venite a farvi un aperitivo, portate anche il piccolo.."
"Ma sei matto? A quell'ora abbiamo pappa+bagnetto+ninna nanna+lettura libro+coccole+sonnifero!!!"
Sembra che senza il bagnetto, tutto l'equilibrio psicofisico del piccolo ne risentirà e da grande potrebbe fare il serial killer. 

Con il secondo..
"Quando hai detto che è l'aperitivo? Ah ok tanto il bagnetto l'ha già fatto ieri, per un po’ di giorni è a posto"

Non voglio immaginare con il terzo.. spero per loro che sia un inverno abbastanza piovoso.

LE CADUTE
Si sa, ogni bambino prima di imparare a deambulare come si deve prenderà la sua dose di craniate. È la reazione dei genitori che cambia..
Al primo giro.. BOOM!
Parte la procedura d'emergenza: manuale di primo soccorso, messaggino allarmato al gruppo WhatsApp delle mamme, corsa al pronto soccorso in corsia preferenziale con busta di piselli surgelati sulla testa, svegli tutta la notte per controllare che respiri.

Con il secondo... BOOM!
"Niente amore, niente.. bravooo (con battito di mani)"

Ma c'è una cosa su cui i secondogeniti non possono proprio lamentarsi, nascono già con un amico... uno di quegli amici con cui ci si scambiano confidenze, schiaffoni, risate e sventure, uno di quegli amici che sai già che te ne combineranno di tutti i colori, ma su cui sai di poter contare per tutta la vita.

E questo li ripaga di tutto il resto. 

Perché un fratello è per sempre.

Fonte: Guida senza patente

MIO FIGLIO NON OBBEDISCE

“Sono stufa di mio figlio! Non obbedisce, non fa quello che gli dico, sono stufa di ripetere sempre le stesse cose!”
 
Invece di passare al ruolo di vittima, quando tuo figlio non ti obbedisce, prova a chiederti il perché lo fa, perché diventa disobbediente e oppositivo.
Prova a chiederti cosa sta cercando di dirti tuo figlio con quegli atteggiamenti, perché quello è il suo modo di comunicare.
Magari hai dato degli ordini in modo cieco e freddo, magari non hai visto che lui voleva attenzione e considerazione, o anche rispetto, ma la tua fretta di voler fare le cose ti ha reso più insensibile alle sue reali necessità interiori.
Dobbiamo prenderne atto: i figli hanno dei bisogni interiori da soddisfare, i figli ci chiedono alte prestazioni in questi termini e noi non ce ne accorgiamo.
La genitorialità non è fatta di ordini e disposizioni e poi imprecazioni e arrabbiature.
È facile essere genitori così e farsi vittime della presunta cattiveria e disobbedienza dei figli.
Ma prova a modificare il tuo freddo modo di fare, prova a guardare negli occhi tuo figlio, non darlo per scontato, non rendere banale il vostro rapporto che banale non è.
Lui è un essere di luce che ti sta mostrando il tuo lato oscuro e tu sei il tramite che glielo passerà, se non lo rielabori.
Allora, aumenta la tua presenza quando ti relazioni con lui, aumenta l’aspetto dell’affetto e dell’amore anche negli ordini o nella reazione alla sua disobbedienza.
C’è tutto un linguaggio, una comunicazione che sta avvenendo a livello sottile fra te e lui.
Magari a livello sottile glielo stai dando tu l’ordine di disobbedire (per il tuo karma…)
Svegliati e risvegliati alla profondità di quello che sta avvenendo fra voi.
Prova ad essere più amorevole e ad accompagnarlo con dolcezza nella sua crescita, senza giocare al massacro.
Hai un essere umano, non un burattino, tra le mani e stanno avvenendo delle cose a livello sottile che ti perdi, se ti fai vittima...
 
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