Lo studio, condotto su migliaia di commenti raccolti online dai due ricercatori, pare dimostrare che siano i soggetti che supportano la versione ufficiale dei fatti dell’11 settembre 2001 – e non i cosiddetti «complottisti» – a esprimersi generalmente in modo più ostile, nel tentativo di persuadere chi la pensa in modo diverso da loro.
E sono invece gli altri – i
«complottisti» – ad avere un atteggiamento più sano e aperto, più razionale,
non «paranoico» né «manipolabile», in merito ai fatti discussi.
E sono anche
molto più numerosi: coloro che non credono alle versioni ufficiali di eventi
come l’11 settembre e l’omicidio del presidente statunitense John Fitzgerald
Kennedy sono risultati essere più del doppio rispetto a quelli che credono alle
versioni ufficiali. Il che significa che si è ormai invertito il rapporto, e
che la saggezza popolare oggi è espressa proprio
dai cosiddetti «complottisti», mentre le persone che non credono alle
«cospirazioni» stanno diventando una sparuta minoranza.
Altri recenti sondaggi
confermano che più dell’80% della popolazione statunitense non crede alla
versione ufficiale sull’11 settembre! E a tutti questi non piace affatto essere
definiti «complottisti». È ormai noto infatti che le espressioni «complottista»
e «teoria del complotto» furono create proprio con «l’obiettivo di rendere chi
non credesse alle versioni ufficiali oggetto di scherno e ostilità da parte del
resto della collettività, e bisogna ammettere – purtroppo – che si sia rivelata
una delle iniziative di propaganda di maggior successo di tutti i tempi»,fonte: http://metodorqi.blogspot.it/2015/02/studio-del-2013-i-complottisti-sono-i.html
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