Presso gli antichi popoli la
sapienza era l’insieme delle norme che regolavano l’universo, come erano state
stabilite dalla divinità. Solo in seguito divenne il termine per indicare le
capacità di buon governo e di saggia amministrazione dei re e dei funzionari di
corte.
Nella tradizione biblica il re
Salomone è stato sempre considerato il modello del re sapiente, fino ad
attribuirgli quella che è stata chiamata “la corrente sapienziale” che ha
permeato tutto l’antico mondo orientale.
Riferito all’uomo, il termine
sapienza può essere inteso come la dimensione spirituale interiore dell’esistenza,
quella che noi chiamiamo dimensione religiosa.
Alla sua luce l’uomo comprende
se stesso, gli avvenimenti, le stesse necessità del suo vivere e i rapporti con
il prossimo.
La sapienza è la capacità di
riferire tutto a Dio e alla sua Parola, più che esprimere l’intelligenza o le
molte doti dell’uomo, è l’elemento che distingue un uomo dall’altro.
Nei libri sapienziali, infatti,
l’uomo sapiente viene chiamato “giusto”, l’uomo non sapiente “empio”.
Primo
Gironi
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