domenica 4 marzo 2012

4 MARZO 1943 - 4 MARZO 2012


LUCIO DALLA
Nasce il 4 marzo 1943. Il 4 marzo 2012 viene celebrato il suo funerale.
La sua morte improvvisa ci ha sconcertati.
E’ stata un’occasione per riflettere sulla caducità della vita. Finite le esequie si torna al solito corri-corri della vita di tutti i giorni e al “meglio non pensarci”.
Mi piace ricordarlo con un collage che inizia con questa nota dell'Agenzia SIR:
“Addolorati” per la scomparsa di un “amico di tutta la comunità monastica” che da oltre 65 anni custodisce la basilica di Santo Stefano, a Bologna. A parlare al SIR è don Idelfonso Chessa, monaco benedettino, da circa un anno “confessore fisso” di Lucio Dalla, stroncato da un infarto questa mattina a Montreux, in Svizzera, dove si trovava in tour. Il cantautore aveva nella basilica di Santo Stefano, a pochi passi dalla sua casa bolognese, uno dei punti di riferimento della propria fede. “Era uno dei luoghi dove si ritirava a pregare in silenzio”, ricorda don Chessa. E quando i benedettini lanciarono un appello per il restauro del complesso monumentale, l’artista “rispose con uno spettacolo e finanziando direttamente il restauro di uno dei più importanti dipinti”. La sua, racconta il monaco, “era la fede di un uomo che, nonostante il successo, aveva fragilità personali vissute con dolore, sperimentava la fatica del vivere”. Ma proprio nella fede “trovava una forza straordinaria, che gli permetteva di andare avanti con una certa leggerezza”. Dom Chessa legge - con commozione - “Inri”, brano di Dalla cantato con Marco Alemanno: “Tra mille mondi te ne vai e splendi / O appeso in croce in un garage / Io non ho dubbi tu esisti e splendi / Con quel viso da ragazzo con la barba senza età / Ci guardi e splendi / Di cercarti io non smetterò / Mi senti? Mi senti? / Sono tuo figlio anch’io, Dio…”. “Un testo straordinario - dice don Chessa -, è una sorta di testamento, summa della sua dimensione religiosa”. Il monaco ritorna poi con la memoria al suo primo incontro con Lucio Dalla, diversi anni fa. “Ero professo semplice, non ancora sacerdote. Nella basilica del crocifisso (una delle chiese che compongono il complesso di Santo Stefano, ndr) vedevo un uomo curvo su una panca, che pregava sottovoce e, quando qualcuno entrava, si guardava con circospezione, quasi timoroso di farsi riconoscere. C’era penombra, e non sapevo chi fosse. Poi, quando ha alzato la testa, l’ho riconosciuto, mi si è avvicinato e ha cominciato a parlarmi dei suoi dubbi, della sua fatica”. Da quel primo incontro è nata una familiarità tra il giovane monaco e l’artista. Poi i due si sono persi di vista per diverso tempo, fino a quando è partita la campagna per il restauro della basilica e lui “subito si è reso disponibile”. “Questo non è solo il cuore di Bologna, ma il mio cuore”, diceva. Il religioso ha sentito l’ultima volta Dalla telefonicamente venerdì scorso: parlavano della tournee e dei lavori della basilica. Oggi la notizia, che “ci ha addolorati, ma credo - conclude don Chessa - che ora lui abbia la possibilità di avere le risposte che cercava”.

 
Prosegue col video di quella che è, probabilmente, la più bella canzone d’amore mai scritta.
Prescinde dalla banalizzazione del sesso, e racconta l’ampiezza, l'altezza, la profondità, la bellezza di come, sempre, dovrebbe essere vissuta la sessualità umana.
Un vero inno d’amore e di speranza: Futura.
 


E termina con una sua citazione:
“Oggi forse non riesco ad essere ironico come una volta. Il mio obiettivo quando lavoravo con Roversi, era quello di dividere la gente. Adesso la mia soddisfazione è quella di vederla unita. Cerco di capire perché la gente mi vuole bene e sento il dovere di indignarmi per problemi che riguardano più loro che me. Mi emoziona la vita, ma in fondo sono nato per essere solo.”


"Io credo nell’amore l’amore che si muove dal cuore
Che ti esce dalle mani che cammina sotto i tuoi piedi
L’amore misterioso anche dei cani e degli altri fratelli
animali. L’amore silenzioso dei pesci che ci aspettano nel mare
L’amore di chi ci ama e non ci vuol lasciare.
Io ti cercherò anche da così lontano.
Vedi io credo, io credo che è l’Amore che ci salverà."

Per chi vuole sapere qualcosa di più ecco due link:



http://www.bergamonews.it/cultura-e-spettacolo/lucio-la-fede-e-lamicizia-con-padre-pio-157629

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