Qualcuno
li accoglie senza porsi tanti problemi. Altri li hanno discriminati già. Altri
ancora dicono che sono cattivi e che non riescono ancora a prendere una
posizione.
Io, che ho conosciuto alcuni omosessuali e ho anche avuto modo di
parlare con loro, facendo attenzione alle loro parole, ho sentito quasi sempre
salire su una rabbia che con molta probabilità è causata da dolori profondi che
risiedono nel cuore.
Il
dolore di chi si sente rifiutato dalla società, perché il dolore più grande che
si possa provare è quello di non sentirsi accolto così come si è.
La stessa
rabbia che provano tutti gli esclusi del mondo e che poi si tramuta in
ribellione o pazzia, la rabbia di chi non si sente ascoltato.
Poiché
il primo nucleo di società è la famiglia, è probabile che il più delle volte il
dolore sia causato proprio al suo interno ed è perciò lì che bisogna cercare le
soluzioni per prevenire i nostri dolori.
E’
proprio all’interno della famiglia che bisogna cominciare a sentire e vivere il
valore dell’uguaglianza, perché ogni suo membro potrebbe sentirsi emarginato
per motivi diversi.
Qual
è allora la soluzione? Applicare una prima forma di giustizia sociale proprio
in famiglia: ascoltare sempre tutti, lasciare esprimere apertamente a ognuno il
proprio pensiero e poi, se necessario, prendere una decisione unica che lasci a
tutti il sapore buono dell’essere stati ascoltati e compresi.
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